Londra estromessa dalla cultura europea
«È una delle conseguenze concrete della Brexit” questa è stata la spiegazione dei funzionari della commissione Parlamentare Europea a seguito della decisone di non far rientrare le città della gran Bretagna tra le “capitale della cultura europea”. Stando a questi fatti, la Gran Bretagna sembra non fare più parte della cultura europea, nonostante il peso culturale che questo paese d’oltre Manica ha sempre avuto, basti pensare a Shakespeare, Dickens, e che ha tutt’ora.
Alla Gran Bretagna sarebbe toccato il turno di ospitare la capitale della cultura nel 2023: Leeds, Nottingham e anche Belfast erano le candidate ma dato che per il 20123 la Gran Bretagna sarà fuori dall’Unione Europea queste città non saranno prese in considerazione. Nonostante in passato, città dell’Islanda e della Turchia sono state capitali della cultura, il Parlamento Europeo è stato questa volta integerrimo, si è giustificato dicendo che quelle città facevano parte dell’area economico europea, contribuivano all’economia continentale, mentre il Regno Unito, sarà a tutti gli effetti un Paese terzo. Infatti è proprio questo il motivo scatenante della decisone della commissione di Bruxelles: la decisione del Governo britannico di abbandonare l’Area Economica Europea, il cosiddetto “mercato unico”.
I movimenti e i gruppi pro-Brexit sono sdegnati rispetto questa decisone, il portavoce del ministero della Cultura britannico, si è detto “profondamente deluso”. Theresa May, Premier Britannica, ha ribadito che la Gran Bretagna “lascia la Ue ma non lascia l’Europa” soprattutto a livello culturale, Theresa May afferma che non c’è bisogno di un foglio scritto per far mostrare l’importanza della cultura del Paese ma “sembra quasi che l’Europa ci stia voltando le spalle”.
Questo è solo uno dei tanti segnali della Brexit, senza dimenticare altre avvenimenti come lo spostamento dell’Agenzia del Farmaco, che da Londra si stabilirà ad Amsterdam, e quella Bancaria che approderà a Parigi, mentre le maggiori banche, in mancanza di negoziazioni sulla Brexit, si preparano a spostare buona parte dei loro team europei già dai primi mesi del 2018.