Finalmente! Un ceffone per Christine!
Che Christine Lagarde non goda delle nostre simpatie, non ne facciamo mistero da tempo.
(cfr.Christine Maleficient d’Europa). Nonostante un indagine per abuso di ufficio aperta dalla procura francese il 4 agosto del 2011, non si è dimessa da direttrice del Fondo Monetario Internazionale. Certo non abbiamo gradito affatto le sue dichiarazioni sul credito del luglio 2014, quando ebbe a proporre “l’espropriazione del risparmio privato” e nemmeno il suo endorsment al Jobs Act all’inaugurazione della Bocconi, ancor prima che il Parlamento ne ricevesse il testo definitivo, né tantomeno il suo abbandono del tavolo delle trattative con la Grecia, il 4 giugno scorso. Ma in Italia si dà poco peso alle azioni della “Zarina” francese. Di ben altro avviso è il Congresso statunitense che, a differenza del nostro parlamento, si occupa seriamente dei problemi internazionali. Va anche detto che gli USA sono il primo sottoscrittore per capitali garantiti, nonché il socio fondatore del FMI. Dunque il Congresso ha scritto una graziosa letterina a Christine stigmatizzando la propria posizione di segno opposto alla, peraltro maleducata, intransigenza ostentata dalla Lagarde. Ma il congresso USA ha fatto anche di meglio, nella sua lettera: ha di fatto “intimato” alla Lagarde di “trovare una soluzione alla crisi greca” e fatto espresso riferimento alle analisi del Fondo (che non erano mai state pubblicate) che, in buona sostanza, danno piena ragione a Varoufakis, il quale non ha mancato di sottolinearlo nel suo blog. La “tirata di orecchie” a Christine è stata anche il richiamo implicito alla “missione” delle FMI che l’intransigenza della francese sembra non tenere in nessuna considerazione. Come mai le conclusioni a cui sono giunti gli analisti del Fondo sono state tenute nascoste dai governi europei, quale è il ruolo della Merkel in questo scacchiere e quanto la Grecia possa definitivamente spuntarla, saranno certamente ancora tema di dibattito per lungo tempo. Vi invitiamo a leggere il bell’articolo di Francesca Coin su Il Manifesto, in merito alla vicenda dello “schiaffo” del Congresso. Intanto speriamo che il referendum non si trasformi in un boomerang per Syriza.