Vogliamo rimanere gli ultimi?
Ursula von der Leyen vuole imprimere alla UE per il suo mandato un orientamento caratterizzato sia da una crescita del welfare in generale, tema sul quale si è ben distinta da ministro in Germania, sia da due direttrici di sviluppo sfidanti e di largo respiro.
L’ambiente e la digitalizzazione. Due aree nelle quali l’Italia purtroppo parte sconfitta, rischiando di restare ancora per anni il fanalino di coda dell’Unione.
Il nostro Paese sconta purtroppo anni di inattività politica su questi temi, gravemente colpevoli tutti i governi degli ultimi dieci anni a prescindere dal loro colore, la struttura di governo del territorio ed una classe politica a tutti i livelli, locali e centrale del tutto impreparata, drammaticamente incompetente e tristemente corrotta.
E’ così che nonostante il nostro Paese vantasse una fra le più grandi aziende d’Europa nel settore delle telecomunicazioni, la Telecom, che peraltro investiva, quando si chiamava SIP, la spesa più alta in ricerca, è riuscita a svenderla a privati “prenditori” come li chiamò argutamente Grillo.
E’ così che anche i pochi che hanno cercato di rimetterci in corsa, come il governo Letta, hanno poi ceduto il passo all’arroganza della nuova ondata, che però non ha portato nulla di buono. Senz’altro non è riuscita a dare nessuna spinta di innovazione né una nuova linfa vitale al settore. Risultato siamo gli ultimi d’Europa per infrastruttura digitale (cfr. tabella banda larga ).
Nonostante i cospicui fondi ricevuti dalla stessa UE, la maggior parte delle regioni italiane versa in condizioni pressoché medievali quanto a digitalizzazione ed informatizzazione dei servizi. Condividiamo il servizio di Report nel merito sul quale, purtroppo, non abbiamo sentito nessun commento politico. https://youtu.be/uW6gMzgKdBQ
Per quanto riguarda l’ambiente e soprattuto la green economy anche qui, l’Italia è a dir poco un disastro.
Negli ultimi 10 anni si è stroncato il mercato delle energie rinnovabili; l’utilizzo domestico dei pannelli solari per produrre energia nel nostro “Paese del sole” è finito tristemente con lo Stato che viene meno ai suoi impegni, con una burocrazia che schiaccia qualsiasi iniziativa, con dei costi “obbligatori” che sono oppressivi. Recentemente una tassa minima sulla produzione della plastica, ormai diventata un flagello planetario, ha visto scendere in campo “contro” tutte quelle forze politiche interessate alle elezioni in Emilia Romagna, prima regione produttrice di plastica in Italia.
Iniziative sulla riduzione delle confezioni nei supermercati, sul contenimento dello spreco di cibo su sistemi di mobilità integrata e sostenibile ci vedono ancora, impietosamente in fondo alla lista.
Il timore che perderemo il treno dello sviluppo è più che fondato e non si sente nemmeno un’eco lontana da parte dei nostri politici che provi a suonare la campana. Disastri ambientali a ripetizione, inquinamenti spregiudicati senza sanzioni, un paese molle, una classe politica desolante e un’Europa che si allontana sempre di più. E’ la triste realtà. O coglieremo questa occasione di darci uno scatto di reni davvero significativo o i flussi migratori dei nostri giovani verso altri lidi sarà sempre più consistente e il nostro “Bel Paese” sarà solo un ricordo. Possibile che siamo solo in pochi a parlarne e così emarginati??