Brexit 1: licenziare la Commissione Juncker?
Nella lunga storia delle Commissioni europee, l’unica costretta a dimettersi fu quella presieduta da Santer nel 1999. Inchiodata da un rapporto stilato da esperti neutrali, commissionato dal Parlamento, dove venivano scoperte magagne nei bilanci e operazioni spregiudicate di nepotismo ad opera sopratutto della ex primo ministro di Mitterand, Edith Cresson, la commissione si dimise in blocco. Per motivi diversi dalla corruzione o dalla cattiva gestione dei fondi, la Commissione Juncker potrebbe esservi costretta a causa di una gestione disastrosa sotto tutti i profili che ha prodotto come ultima conseguenza il Brexit. Non appena insediatasi, il primo novembre 2014, la commissiona Juncker si è trovata con il Presidente coinvolto nell’inchiesta cosiddetta LuxLeaks che mise a nudo una politica scorretta di accordi fiscali sottobanco a favore di diverse multinazionali e grandi aziende (fra le quali molte italiane, ndr). In qualche modo Juncker è riuscito a cavarsela ed a sopravvivere dando corso ad un mandato caratterizzato da un operato fin troppo asservito al sistema bancario e finanziario e per una sudditanza nei confronti dei “poteri forti” mal digerita dalla maggior parte della popolazione dei Paesi membri. Per di più, nel formare la Commissione, il lussemburghese inaugurò per la prima volta nella storia comunitaria la figura del SuperCommissario, cioè una direzione che riferisse solo a lui, posta al di sopra di uno o più commissari preposti, nominati invece dal Consiglio d’Europa di concerto con il Parlamento,come previsto dal Trattato di Lisbona. Il più singolare di questi casi è il commissario Katainen (da noi più volte “aggredito”, ndr), fresco di frequentazione del famigerato gruppo Bilderberg. E’ opera di Katainen il grande piano di rilancio dell’economia europea, tanto sbandierato quanto inconsistente e miseramente fallito.
In seguito la questione dell’immigrazione ha visto fallimenti politici ed organizzativi susseguirsi senza soluzione di continuità, dai ritardi inammissibili dell’intervento a supporto dell’Italia con la sostituzione della nostra attività Mare Nostrum con una europea, Triton, dotata inizialmente della metà dei fondi. Poi la politica di ripartizione per quote che ha prodotto i successi dell’ultra destra ovunque e l’innalzamento delle barriere ai confini, ma non ha distribuito neanche un immigrato. Drammatiche le scelte economiche, dalla crisi Greca, subito trasformata in una seconda crisi greca, che ha visto la Germania prima vendere ai greci sottomarini miliardari e poi comprarsi tutti gli aeroporti della penisola ellenica con noi altri europei a pagare il conto delle banche tedesche, senza dare un centesimo ad un popolo ridotto allo stremo. In seguito la direttiva sul Bail-in, che l’Italia si è affrettata a storpiare ed a far entrare in vigore prima del termine per gestire scandalose operazioni interne del governo Renzi, sulle quali ancora attendiamo un pronunciamento di trasparenza dalla Commissione. Poi la questione Ucraina, dove la Merkel, Hollande e Juncker hanno fatto apparire un gigante della politica un Putin semplicemente arrogante ma assai pragmatico. Infine i fondi alla Turchia che ne approfitta subito per creare guai diplomatici da brivido, fra stermini di curdi e di immigrati e missili contro gli aerei russi. Insomma la commissione Juncker è degnamente rappresentata nella sua politica estera dalla nostra Mogherini, cioè nulla, come abbiamo già scritto. Infine il TTIP, una trattativa capace di distruggere il nostro intero sistema comunitario, portata avanti con arroganza dalla commissaria Malmstrom che dichiara apertamente di “non rispondere ai cittadini” e con una mancanza di trasparenza e di informazione degna di una dittatura.
Dopo l’Ungheria e l’Austria che alzano muri ai loro confini, fregandosene degli impegni comunitari, alla fine è arrivata la batosta, e ci voleva forse: la Gran Bretagna se ne va. Via da questa Europa scellerata, arrogante ed inconcludente, fatta di burocrazia ed interessi di bottega. Come darle torto? Secondo iurop è giunta l‘ora di mandare a casa Juncker e la sua Commissione di sprovveduti, secondo voi? Il dibattito è aperto, scriveteci.