Mare Nostrum l’Europa ammette, finalmente.
Jean-Claude Junker ammette “è stato un errore chiudere Mare Nostrum e aver lasciar l’Italia da sola”
Lo scorso 29 aprile l’Europa si è seduta sulle sue comode poltrone è sembra aver voluto affrontare, finalmente, il problema delle tragedie che si consumano nel mediterraneo, affermando, parole del presidente della Commissione Europea Jean-Claude Junker che “è stato un grave errore aver fermato l’operazione Mare Nostrum”.
Parole forti e che oggi risuonano come un’accusa al governo italiano e alla marina militare per aver voluto chiudere questa operazione, anche se il premier italiano, Matteo Renzi, non ha mai mostrato segnali di un possibile ripristino della missione, e nelle ore successive al naufragio dei 900 ha voluto puntualizzare che la tragedia sarebbe avvenuta anche se il dispositivo della Marina Militare Italiana fosse ancora in vigore.
Ma Juncker non ha risparmiato critiche neanche al Consiglio Europeo definendo le misure adottate insufficienti per far fronte all’emergenza dettata da quanti cercano asilo in Europa.
“La solidarietà deve essere condivisa” – ha aggiunto- spiegando “che le risposte date dal vertice Ue straordinario sono state inferiori rispetto a quelle che avrebbero dovuto essere le nostre ambizioni. Non basta combattere i sintomi della crisi, bisogna fare di tutto per impedire che degli infelici prendano quei barconi.”
Concetti rafforzati dall’aula con l’approvazione ad ampia maggioranza 449 si, 130 no e 93 astenuti, che chiedono alla Commissione di avviare una missione di ricerca e salvataggio dei migranti nel canale di Sicilia e fornire le risorse necessarie a garantire che gli obblighi di ricerca e soccorso siano rispettati aumentando anche i fondi per Frontex e l’ufficio europeo di sostegno per l’asilo, mettendo mano al regolamento di Dublino III stabilendo delle quote obbligatorie di divisione dei richiedenti asilo tra i 28 paesi dell’Europa.
“l’Europa deve fare la sua parte con azioni di solidarietà condivisa ha concluso Junker, ricordando come l’Italia sia stata lasciata sola per troppo tempo.
Ad oggi è prematuro dire se queste parole faranno aprire l’Europa, resta sicuramente lo scoglio più grande, rappresentato dal Consiglio europeo in cui trovano voce gli interessi dei governi nazionali e che da sempre si oppongono a una più equa divisione dei richiedenti asilo.
Bisogna aspettare il prossimo 13 maggio quando il commissario Ue Dimitri Avramopoulos affronterà molti dei contenuti espressi in questa assemblea nella nuova agenda sull’immigrazione.