Congratulazioni ma non troppo
Ad Antonio Tajani, neo eletto Presidente del Parlamento Europeo le congratulazioni vanno fatte sinceramente. E’ un politico che si è particolarmente impegnato e distinto in qualità di commissario e comunque nel suo lungo corso di parlamentare a Bruxelles, 23 anni. Nonostante sia italiano, ha mantenuto fede ai principi europei che chiedono di pensare e di comportarsi al di sopra degli interessi di campanile a tutti i parlamentari ma a ancor più ai commissari, i ministri di fatto del governo d’Europa. Non ha esitato ad aprire una procedura di infrazione verso il nostro Paese quando il governo Renzi, nonostante le promesse elettorali, non pagava le imprese.
Dotato di capacità di mediazione è tuttavia un pragmatico capace di rispettare la tabella di marcia e di far valere i principi più alti dell’Unione, quelli che a noi piacciono di più, cioè quelli attenti ai diritti dei cittadini ed alle esigenze delle piccole imprese, più che a quelli della finanza e dei grandi gruppi.Tuttavia il fatto che il Tajani faccia parte dello stesso gruppo Parlamentare, il PPE, (per noi i democristiani, ndr), lo stesso di Juncker, attuale Presidente della Commissione, qualche perplessità la solleva. Forse più per l’incapacità manifesta dimostrata in ogni occasione da Juncker, in questa legislatura, segnata da emergenze e tensioni su ogni fronte, che il belga ha mostrato di non saper fronteggiare. La scenario politico nel quale Tajani si va a collocare in uno dei ruoli più importanti è davvero impegnativo, Con i popoli d’Europa sempre più stanchi e sfiduciati verso le istituzioni comunitarie, con la perdita di un “pezzo da novanta” come la Gran Bretagna ed una montante protesta delle destre anti-eruopeiste, la partita che il Parlamento deve giocare si presenta davvero impegnativa.
Il primo impegno del neo eletto Presidente sarà quello di portare a maggior concretezza il Trattato di Lisbona che prevede una mediazione importante fra i due poteri che governano l’Europa, il Parlamento appunto e la Commissione. Partita difficile, come dicevamo, proprio perché i due Presidenti sono membri dello stesso schieramento. Saprà dunque Tajani fare meglio del suo predecessore Schultz? Staremo a vedere. Certo è che in Europa, contrariamente a quanto i nostri organi di informazione lascino intendere, c’è un grande fermento. Altrettanto chiaro è che i due principali protagonisti, la Francia e la Germania, a breve si troveranno al confronto elettorale interno che si preannuncia tutt’altro che facile. Tajani riuscirà in questo contesto a dare maggior evidenza ed efficacia all’attività del tanto vituperato Parlamento Europeo? Non possiamo che augurargli ed augurarci di sì, proprio perché è a tutti evidente che in questa importante fase, l’Europa ha sopratutto bisogno di democrazia. E la sede della democrazia è, per definizione, il Parlamento.