Immigrazione: l’ora delle decisioni
Domani la UE decide il da farsi in merito all’immigrazione. Fra le proposte sul tavolo, oltre all’aumento dei fondi per l’accoglienza ed il soccorso, significative modifiche alle regole fin qui applicate. In particolare: distribuzione dei migranti fra diversi paesi, cosa che comporterà il superamento del limite di identificazione. Questo consentirà all’Italia di identificare gli sbarcati più agevolmente evitando le fughe ed i rifiuti di chi, volendo raggiungere altre destinazioni europee, rischia ad oggi di non poterlo fare se identificato qui. Distruzione o affondamento delle imbarcazioni usate dai trafficanti. Su questo punto solo la Mogherini ritiene di dover chiedere il “permesso” all’ONU. Che non sia all’altezza dell’incarico lo sapevamo e lo abbiamo detto e ribadito. La Merkel e Hollande la ignorano puntualmente e la trattano come una addetta alle fotocopie. Non è molto di più, e lo sta dimostrando. Arresto e detenzione in Europa per gli scafisti. E sarebbe ben ora! Questa farsa alla quale si assiste ormai da troppo tempo che li vede rinviati a casa a piede libero con un semplice foglietto bollato è davvero raccapricciante. Speriamo dunque che l’Europa voti unanimemente e vari queste modifiche. D’altro canto, come i nostri lettori, continueremo a chiederci perché mai l’Italia non sia stata in grado di farlo da sola e di farlo prima.
Intanto grazie a Letizia Molfetta, vi proponiamo lo stato dell’arte. La situazione attuale nei fatti, numeri alla mano.
Nel solo giorno di Pasqua, la Guardia Costiera e la Marina Militare ha tratto in salvo 1500 migranti provenienti dalla Libia. 1500 uomini, donne e bambini che si sommano ai 10.132 immigrati giunti via mare dall’inizio del 2015, e mentre scrivo il canale di Sicilia è teatro di un’ennesima strage umana: 700 immigranti che cercavano di giungere sulle nostre coste a bordo di un peschereccio si è capovolto a circa 60 miglia a nord della Libia.
Roma grida all’emergenza e si accusa l’Europa di non fare abbastanza.
Anche il Papa lancia un appello alla comunità internazionale “Non dobbiamo stancarci nel sollecitare un impegno più esteso a livello europeo e internazionale”, date le “proporzioni del fenomeno” invocando un maggiore impegno dell’Europa. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il Capo dello Stato che ha spiegato come l’Italia sia impegnata “con generosità” per fronteggiare l’emergenza profughi e “invoca da tempo un intervento deciso dell’Unione Europea per fermare questa continua perdita di vite umane nel Mediterraneo, culla della nostra civiltà”.
L’Italia è allo stremo, i 1.657 centri di accoglienza distribuiti sul nostro territorio italiano sono al collasso, le presenze più numerose si registrano in Sicilia (13.999 persone, pari al 21% del totale nazionale). Seguono Lazio (8.490, pari al 13%), Lombardia (5.863, il 9%) e Puglia (5.826, il 9%) e gli italiani sempre più arrabbiati non contro l’immigrato in se ma contro la nostra classe politica con Renzi e Alfano incapaci di far sentire la loro voce all’Europa, che ci impone tasse sempre più alte e che nulla fa per questa emergenza, alimentando malcontento nel cittadino italiano in episodi che sfiorano il razzismo.
E tornando ai nostri politici Alfano con il suo ministero o la prefettura hanno mai controllato come venivano spesi i 605 ml di euro, i fondi europei e i fondi dei comuni?
Perché è cronaca recente che c’è chi poi sugli immigrati specula e si arricchisce e basta ascoltare la telefonata tra Salvatore Buzzi ad una sua assistente: “ti c’hai idea di quanto guadagni con gli immigrati?” per capire quanti altri interessi vi siano attorno.
Le cifre emanate del Viminale parlano di circa 9,3 milioni di euro al mese, per un totale di 111,6 milioni di euro l’anno, totale complessivo ben superiore rispetto alle stime precedenti (1,5 milioni di euro al mese previsti). Il Governo ha stanziato 236 milioni di euro per tutto il 2013, 220 milioni per il 2014 e 178 milioni per il 2015. La cifra va a scendere, ma comunque la spesa va a gravare non poco.
Gli aiuti dall’Europa sono inferiori rispetto a quanto costano all’Italia profughi, immigrati e clandestini e non bastano i 13,7 milioni di euro di fondi in finanziamenti di emergenza che si sommano ai fondi già stanziati.
L’Italia è al culmine o l’Europa interviene in modo netto e deciso avviando immediatamente un Consiglio europeo straordinario per avviare un’operazione ‘Mare Nostrum’ europea.
I governi europei non possono continuare a considerare la questione dell’immigrazione con indifferenza ed egoismo, il silenzio assordante di alcune capitali è francamente imbarazzante e inaccettabile. L’Italia ha fatto e sta facendo tutto il possibile. Altri governi europei no. Come più volte richiesto, l’azione congiunta tra i ministri europei degli Interni e degli Esteri dovrà concentrarsi su duplici fronti. Fondamentale sarà smantellare la rete dei trafficanti e scafisti, rafforzando i legami con i Paesi terzi posti lungo le principali direttrici migratorie, e mettere finalmente in opera una rete per i richiedenti asilo in loco, non basta più che l’agenzia europea Frontex abbia esteso l’operazione Triton fino a fine 2015 per affiancare l’operazione Mare Nostrum, di cui il nostro Paese si è fatto carico dal 18 ottobre 2013 (dopo l’ennesima tragedia in cui hanno perso la vita più di 300 persone), e non è più sostenibile con le sole forze italiane.
Il Ministero degli Interni, la Caritas italiana e il Servizio migranti, ci informano che sono 18 milioni i migranti insediati nei 15 Paesi dell’Unione Europea, pari al 5 per cento della popolazione dei residenti. Non però equamente distribuiti, giacché in Germania, Belgio e Austria raggiungono il 9 per cento; in Francia il 6,3 per cento; in Svizzera il 18 per cento; in Italia solo il 2,2 per cento.
Lo scorso anno le richieste di asilo nell’Unione europea sono aumentate del 44%.
Sono infatti 626mila le domande presentate nel 2014.
Secondo i dati diffusi oggi dall’Eurostat ben 1 rifugiato su 3 ha chiesto di asilo in Germania, paese che ha ricevuto 202mila richieste, il 32% del totale, seguita da Svezia (81mila, il 13%), Italia (64.600, il 10%), Francia (62mila, il 10%) e Ungheria (42mila, il 7%).
L’istituto statistico europeo, inoltre, fa notare che nel 2014, in due Stati membri, le domande sono ben più che raddoppiate. È il caso dell’Italia (+143%) e dell’Ungheria (+126%).
I governi europei trovino una soluzione ora!
togliete il gasolio alla marina!!