WAR!!
Tutto è cominciato con l’ultima tornata elettorale americana. Il sistema autenticamente democratico degli Stati Uniti prevede che la camera ed un terzo del senato vengano rinnovati mediante elezioni ogni due anni. Questo significa che se il popolo non è più abbastanza convinto della politica portata avanti da chi ha eletto Presidente, può votare modificando la maggioranza in parlamento. E quanto è accaduto il 5 novembre 2014, e oggi i Repubblicani hanno la maggioranza. Come può un Presidente degli Stati Uniti che ha un potere enorme sia esecutivo che di indirizzo, governare senza una maggioranza che ratifichi il suo operato? E’ semplice, deve negoziare costantemente e concedere spazio alle istanze dell’opposizione. Che meraviglia! Chissà se un giorno anche noi arriveremo ad avere un sistema democratico così funzionante, così realmente rappresentativo della volontà del popolo. Non siamo stati noi, sì noi Greci e Romani, ad inventare la democrazia? Possibile che dobbiamo prendere lezioni da un Paese che ha non più di duecento anni di storia? Ma si sa, gli ultimi arrivati prendono sempre il meglio di chi li ha preceduti, si chiama evoluzione. Purtroppo le meraviglie della democrazia americana finiscono qui: nel metodo e nelle regole. Perché purtroppo l’opposizione in USA si chiama al momento Repubblicani, che non sono come il nostro 5Stelle e neanche come il PSE europeo. No. Loro sono totalmente business – oriented ed il loro core business, l’affare fondamentale che trascina tutti gli altri si chiama guerra. 3% del PIL americano è costituite dalla produzione di armamenti. L’industria pesante non produce auto, si è intravista una mini ripresa quest’anno ma solo due anni fa Detroit è fallita. Produce armi. Aerei, carri armati, mitragliatori e sopratutto bombe, bombe, bombe, tantissime bombe. Quelle che fanno scoppiare tutto: scuole, ospedali, asili nido, case, strade aeroporti, alberghi, ferrovie, tutto. Di tanto in tanto, colpiscono anche un nemico, ma è raro. Spesso poi si scopre che nemico quello ci era diventato senza neanche saperlo, visto che i soldi e le armi, fino ad un attimo prima glieli davano proprio loro, gli americani. Dunque ora che Barak è l’”anatra zoppa” come si dice lì, cioè in minoranza, la prima cosa che ha dovuto fare è stato stanziare ben tre miliardi di dollari per dare armi ai giordani ed ai volontari iracheni che contrastano l’avanzate dell’Isis, altra mostruosità nata proprio dalla politica americana, come abbiamo detto più volte e come è ormai evidente per tutti. Tre miliardi di dollari per comprare armi americane, naturalmente. Ed è solo l’inizio. Perché con questo contentino ai guerrafondai della prateria, Obama è riuscito a far passare solo una piccola parte del suo progetto di sanità pubblica. Qualcuno si domanderà perché non stanziare direttamente tre miliardi di dollari a questo invece che alle armi? Perché bisogna essere in maggioranza e lui non lo è più. Il volto brutto della democrazia. Ora poi c’è l’Ucraina. Anche qui i repubblicani, nostalgici della guerra fredda, premono per un aiuto militare – sempre con la formula io ti dò i soldi per comprare le mie armi – per aiutare un governo discutibile a reprimere i filorussi indipendentisti ai quali sacrosantamente Putin non fa mancare il suo aiuto. McCain è in brodo di giuggiole, quale migliore occasione per andare finalmente allo scontro con l’odiata Russia? Ad un repubblicano dell’Arizona che è stato prigioniero per 7 anni in Vietnam e poi ha visto il suo paese perdere la guerra, i pruriti di riscatto dell’America devono davvero togliere il sonno. A guardarlo e sopratutto a sentirlo, l’accostamento con il dottor Stranamore di Kubrick è inevitabile. Guerra, dunque. E guerra sia.
Sempre altrove però. E perché non in Europa? Visto che l’Europa è ormai da anni sempre pronta a pagare il conto delle politiche americane più disastrose, perché non approfittarne. In Iraq, complici gli inglesi, ci hanno portato con la balla che Saddam, loro alleato, era diventato un pericoloso sterminatore di massa. Che l’Isis, creata dagli USA e dagli emiri, sia un pericolo, sembra che ormai ce ne abbiano convinti. In Libia, complice l’ottusa grandeur di Sarkosy (ed i soliti inglesi, sempre più filoamericani che europei) si sono “liberati” di 110 missili Tomahawak nelle prime 48 ore di fuoco e poi se ne sono lavati le mani, lasciando a noi due milioni di migranti. Il guaio l’hanno bello che combinato, non c’è che dire. L’Ucraina sarà un gioco da ragazzi. Un bel business, senza dubbio: gas, petrolio e armi per dare una boccata d’ossigeno alla economia americana. Disperazione umana, disagio sociale, crisi economica e debiti per gli europei. Se poi, alla fine, l’Ucraina entrasse a far parte della UE, quanto ci costerebbe sostenere la loro economia a dir poco disastrata? Due miliardi di aiuti sono già stati stanziati da un anno e sono pronti. Poi si aprirebbe il nuovo ciclo di salassi come prima per la Polonia, la Romania, le Repubbliche Baltiche, l’Ungheria e la Bulgaria. Siamo sicuri che in questo momento sia una buona idea? Per gli europei certamente no, per gli americani invece sì. Una bella guerra li aiuterà a convincerci.