Un’Europa da buttare
Certo a leggere il libro di Giordano viene voglia di scappare subito a gambe levate, non solo dall’Euro ma proprio dall’Unione Europea. Il giornalista, ben noto al grande pubblico per la qualità delle informazioni che propone, deve forse larga parte della sua fama all’abilità nello scovare notizie particolari che, spesso, si commentano da sole. Negli anni scorsi ha puntualmente reso ridicole le nostre istituzioni, la burocrazia del nostro paese e, sempre primi fra tutti, i nostri politici. Con NON VALE UNA LIRA, il nostro eroe si accanisce con la nostra moneta (che nostra non è, come sappiamo) e con l’Unione in maniera precisa e spietata. Il libro è scritto in modo asciutto e scorrevole ma sempre sostenuto da una leggera vena umoristica che lo rende digeribile; poiché in effetti le informazioni copiose che Giordano riversa come un fiume in piena, tanto digeribili non sono. Lo scempio dei nostri risparmi ad opera dei burocrati europei è crudamente rappresentato e ben documentato e produce per questo nel lettore un senso di disprezzo e, speriamo, di sana indignazione. Nella prima parte Giordano si cura di stroncare definitivamente ogni luogo comune ed ogni dictat mediatico sulla presunta, ma è meglio dire imposta, bontà dell’Euro dimostrando, cifre alla mano, quale immensa truffa abbiamo subito e quali e quanti danni la moneta unica ha prodotto nella nostra vita civile. Non si contano gli economisti di chiara fama che ben supportano la tesi. Ne suggeriamo la lettura perché non solo l’opera è meritevole e talmente ricca di informazioni che a nostro avviso bisognerebbe imporla come libro di testo nei licei, ma anche perché riserva qualche sorpresa davvero interessante che offre lo spunto per giovani proposte delle quali il nostro paese e l’Europa tutta sono davvero bisognosi.
L’ ispirazione più significativa per il libro, ci dice lo stesso autore, l’ha avuta da Francois Heisbourg che ha recentemente pubblicato La Fine del Sogno Europeo, rispetto al quale l’opera di Mario Giordano è da una parte meno catastrofica nelle aspettative a breve – Heisbourg profetizza scenari da colpi di stato e sanguinosi moti di piazza – dall’altra meno ottimista sulle possibili alternative. Per quanto in premessa l’autore proponga il libro in risposta a quei tanti “pierini” nei quali si è imbattuto negli ultimi anni ed in gran parte fornisca delle risposte, una domanda ci piacerebbe rivolgergli e mi auguro di poterlo fare personalmente. Fuori dall’Europa e sia, ma dove?