Se lo dice lui…
Francois Heisbourg
La sua carriera internazionale è piena di cariche di alta rappresentanza: comincia come primo segretario della rappresentanza permanente della Francia presso l’ONU nel ’79, dopo essere stato al centro di studi internazionali del Ministero degli Esteri. In seguito si occupa prevalentemente della Difesa e fino al 2005 è Presidente del prestigioso Istituto Internazionale di Studi Strategici (IISS) di Londra. Un uomo dunque certamente assiduo frequentatore delle stanze del potere. Fino allo scorso anno sostenitore dell’Euro, è tornato sulle sue convinzioni in maniera dirompente alla fine del 2013 e a febbraio 2014 ha pubblicato il suo “La fine del sogno europeo”, un libro che ha fatto davvero scalpore nell’establishment europeo ed ha ispirato il nostro Mario Giordano, del quale abbiamo recensito Non vale una lira. Francois Heisbourg sostiene non solo che l’euro abbia portato più danni che benefici alla maggior parte dei paesi europei, tanto da immaginare scenari da anni di piombo, ma che, in sostanza, è attraverso l’euro che il sogno dell’Europa dei suoi padri fondatori sia stato tradito. Per quanto rimanga sostenitore di un federalismo fra gli stati membri, ben altra formula dunque da quella fin qui praticata, Heisbourg sostiene che dall’euro si debba uscire ed anche piuttosto in fretta. Se fino ad oggi gli economisti anche di chiara fama che hanno sostenuto teorie anti-euro, sono stati condannati all’oblio dai media o liquidati come “populisti” dai signori della politica, italiana e non, oggi l’establishment europeo non può permettersi il lusso di ignorare uno dei suoi membri più autorevoli e dunque è auspicabile che qualche cambiamento significativo nelle politiche austero-monetarie dell’Europa possa davvero cambiare. Con buona pace della Merkel e dei suoi fedelissimi.