Mogherini, why not?
Stavolta i capricci di Matteo Renzi stanno davvero irritando i partner europei.
Il mancato accoglimento della candidatura della Mogherini a Commissario Pesc (acronimo per Politica estera sicurezza e cooperazione, ndr) fortemente motivato con diverse ragioni che vanno dalla inesperienza della candidata alla sue posizioni palesate di recente, nella funzione di Ministro degli Esteri italiano, apertamente filo-russe sia in merito alla crisi Ucraina sia al controverso gasdotto South Stream, dunque tutte legittime, hanno fatto perdere al nostro premier il senso della misura e del rispetto delle regole e dei partner. Forse troppo abituato in Italia a “spararle grosse” o al dispregio delle regole democratiche, Matteo Renzi ha avuto, nel giro di pochi giorni, un po’ troppe uscite infelici. Ed i partner europei non gliene hanno mandate a dire. Il nostro Premier prima ha “minacciato” di candidare D’Alema, e qui pare abbia ricevuto una telefonata dallo stesso D’Alema che lo pregava cortesemente di non utilizzarlo come una clava da brandire. Matteo ha rettificato subito dopo che non esiste un altro candidato. Poi ha fatto la battutina sciocca, forse -speriamo- solo per i giornalisti italiani, dichiarando di aver detto a Van Rompuy che gli avrebbe potuto mandare un SMS, così si sarebbe risparmiato un viaggio di Stato. Una cosa inammissibile, che suona come dire “o eleggete chi dico io, oppure io manco vengo alla riunione”. Come fa in Italia con tutte le forze politiche, un atteggiamento a metà fra il disprezzo da fascistello dell’ultima ora ed il capriccio del bambino viziato. Infine ha dichiarato apertamente che lui non chiede il consenso ma semplicemente il rispetto per l’Italia. A quel punto i partner europei non ce l’hanno fatta più ed è partita una raffica di critiche da farci vergognare tutti di avere un Premier di questi modi. E così è arrivato il commento degli uomini della Merkel e dei diplomatici Lettoni: «Tutti i 28 Paesi Ue chiedono rispetto, anche la Polonia o la Lettonia. Questo è scontato, è la base del principio comunitario. Ma l’Italia non stava chiedendo “soltanto” rispetto: stava chiedendo precisamente e con forza una posizione, quella di Alto rappresentante per gli affari esteri, e la chiedeva per una persona con nome e cognome, Federica Mogherini. È una “mancanza di rispetto” il fatto che la richiesta italiana non sia stata accettata?». Poi è partito l’Economist, a ruota, subito dopo la “stroncatura” della Mogherini da parte del Financial Times, proponendo la Bonino. Insomma, una figuraccia niente male, ma il Renzi dichiara spudoratamente alla stampa italiana che lui non se ne è accorto: “non ho visto opposizioni a Federica Mogherini, non c’è stato alcun messaggio negativo…”. Ancora balle, come quando ha raccontato che la Merkel ed i Ministri dell’economia avevano risposto favorevolmente alla elasticità richiesta dall’Italia. Ed è stato smentito il giorno dopo. Governare a forza di balle, questo sembra ormai l’impronta che il Premier vuole lasciare del suo passaggio in Italia ed in Europa.