Brexit più Cina = UE Game over?
Il nuovo macro-scenario mondiale si è riscaldato in questi giorni con particolare intensità, a causa della concentrazione degli eventi. La Brexit è di nuovo in una fase di stallo e dall’altra parte l’Italia apre alla Cina per una via della seta che sembra potersi concretizzare fondamentalmente nella “conquista” da parte cinese dei più importanti porti italiani.
Dobbiamo salire un paio di piani più in alto nell’osservare questi due fenomeni da un punto di vista che ci consenta di meglio comprendere la trasformazione, ormai innescata, che cambierà gli equilibri del mondo.
Dal dopoguerra al 1989, il mondo era diviso fra due sistemi contendenti, il capitalismo occidentale ed il comunismo sovietico e cinese.
Alla caduta del muro, il capitalismo ha trionfato, almeno così abbiamo creduto, e si è trovato libero di correre verso la propria autodistruzione. Le conseguenze sono state, come oggi purtroppo consuntiviamo, disastrose. Sono dieci anni di fila che siamo in crisi e la nostra società non è stata in grado di trovare alcuna alternativa al capitalismo, praticamente suicidandosi. La strenua difesa della finanza come sistema di governo assoluto ha impoverito le classi medie di tutto il mondo occidentale, gettato nella miseria le classi più deboli, massacrato le democrazie all’occorrenza ed oggi è incapace di immaginare e dunque costruire il proprio futuro. Le politiche di austerity tanto care alla Troika, perpetrate in nome del rigore teutonico, hanno reso l’Europa un cumulo di macerie sociali, aprendo la strada a sovranismi improbabili e revanscismi di destre becere ed intolleranti. La forma rabbiosa della disperazione.
Per contro, molto lontano da noi, una nuova forma di pensiero, un nuovo modello sociale, il nuovo antagonista del capitalismo, è cresciuto a dismisura ed oggi ci mostra tutta la sua potenza. Si chiama organizzazione. E’ costituita da un pensiero strategico profondo. La “lunga marcia” di Mao Tze Tung è arrivata fuori dai confini della Cina ed oggi pervade ben oltre la metà del pianeta. Per il modello cinese non è la finanza a governare il mondo bensì, appunto, l’organizzazione.
Come funziona in Europa?
Abbiamo visto come la finanza e l’austerità abbiano messo in ginocchio i Paesi più deboli della UE: la Grecia con ampio scempio della democrazia, il Portogallo, l’Irlanda, Cipro ed oggi tocca anche a noi, l’Italia.
Bene, arrivano i cinesi e propongono investimenti in infrastrutture, in cambio di scambi commerciali, certamente, ma non solo. Quale di questi Paesi voterà norme anti-Cina in sede UE? Nessuno ovviamente, va da sé. Risultato? Facciamo qualche esempio. Oggi in Europa oltre il 60 % dei prodotti di elettronica NON E’ a norma UE, come mai? solo in Italia, nel porto di Gioia Tauro, vengono controllati solo 3 container cinesi su 100!! Ed i marchi italiani? e i prodotti alimentari? E le norme antiriciclaggio? E i pagamenti per contanti? Le tasse? E gli aiuti di Stato? Vietati in Europa, in Cina rappresentano l’80% delle attività produttive.
Solo in Italia si stima che le attività commerciali cinesi evadano quasi 30 miliardi di tasse all’anno e negli altri Paesi appena menzionati non è che le cose vadano meglio.
Ci preoccupiamo dell’immigrazione dall’Africa me nessuno ci racconta che ben 21 Paesi africani hanno stipulato accordi con la Cina, affidandole i servizi di sicurezza e la difesa militare. Praticamente colonie. In cambio vengono costruite fabbriche ed intere città, ancora disabitate, appena al di là del canale di Sicilia. Non in Libia, lì ci lasciano azzuffare fra noi come meglio crediamo, ma in Egitto, in Sudan, nel Ciad. Là dove hanno comprato terreni in cambio di kalachnikov, lasciando per anni che gli indigeni si sterminassero fra loro sotto i nostri occhi indifferenti e acquisendo terreno per il loro sviluppo. Ora firmano con noi un memorandum: parte del nostro debito pubblico lo hanno già in mano da tempo, ora gli serve la via della seta. In cambio di progresso, lavoro e sviluppo, avranno il nostro consenso, certo non la nostra censura. Altro che lobby americane che si fanno fare le leggine a loro favore a Bruxelles, al confronto sono dei dilettanti!
Ma che c’entra la Brexit? La Brexit indebolisce l’Europa, questo è sicuro. Ma chi la ha davvero voluta? Basta fare due conti. Il PIL della UE compresa la Gran Bretagna è pari al PIL degli USA + quello della Gran Bretagna. Cioè la prima potenza economica del pianeta. Il PIL della UE senza quello dei sudditi di Sua Maestà, è pari o leggermente inferiore a quello deli USA. Ergo gli USA restano la prima potenza economica del pianeta.
Secondo voi?
Ed eccoci qua: questo è lo scenario nel quale andremo a votare fra un paio di mesi.
Ci vogliamo fare un’idea di dove andare? Scompariremo sbriciolati dall’ossessione a dividerci degli USA, che perpetrano con successo a nostro danno da quando siamo nati? Diventeremo tutti con gli occhi a mandorla e parleremo il mandarino?
Oppure saremo capaci di farla davvero questa Europa che zoppica da quando è nata e forse non è ancora mai, davvero, nata?
Certo che se prevarrà la tendenza che sembra essere più in voga in questi ultimi tempi, questo improbabile quanto pernicioso “sovranismo”, non si vede un gran futuro.