I 100 mila euro di Pier Carlo
100 mila euro all’anno in meno pur di tornare nelle stanza dei bottoni. E’ questa la cifra a cui Padoan ha rinunciato nell’accettare la carica di Ministro delle finanze nel governo Renzi. Come recita la comunicazione ufficiale del maggio 2014, Pier Carlo Padoan riceveva infatti dall’OCSE un compenso pari a 216 mila Eur annui, mentre da Ministro ne riceve circa 120.000. Però l’OCSE svolge una funzione consultiva e dunque per quanto prestigioso il suo incarico di Capo Economista, restava un poco defilato dai luoghi delle decisioni. L’occasione del turno semestrale di presidenza italiano del Consiglio dell’Unione Europea, lo ha portato così subito a presiedere le riunioni dell’Ecofin (il gruppo dei ministri economici dei paesi UE, ndr) e dunque ai vertici decisionali.
Pura ambizione? Mera dedizione alla patria? Difficile dire quali siano state le reali motivazioni che hanno spinto Pier Carlo Padoan ad accettare l’incarico. Certo è invece il suo grande interesse nei confronti dell’economia europea ed in particolare dell’Euro, essendo autore di numerose pubblicazioni nel merito. Altrettanto certo è che le sue posizioni siano le meno amate sia dagli economisti, sia dai politici e men che mai dai popoli. Forte sostenitore della tassazione sui patrimoni, il Pier Carlo era consigliere di Amato, quando quest’ultimo prelevò i soldi direttamente dai conti correnti italiani, durante la notte. In seguito fu anche consigliere economico di D’Alema, altro governo che promosse solo aumenti fiscali. E’ avverso alle teorie Keynesiane, che oggi sono invece oggetto di rivalutazione e confronto politico serio a livello mondiale, al fine di individuare vie percorribili per l’uscita dalla crisi. Alcuni giornalisti economici addossano a Padoan pesanti responsabilità in merito alla sua direzione esecutiva del Fondo Monetario Internazionale dal 2001 al 2005, riferendo anche alle sue posizioni crisi come quella dell’Argentina. In realtà in quell’incarico, Pier Carlo era responsabile solo della Grecia, dell’Albania e di Timor est. Ancora, Padoan, completamente contro corrente con il pensiero più diffuso in Europa, è l’unico ad affermare che il nostro debito e la nostra tassazione siano sostenibili. Non si sa ancora bene cosa augurarsi per il nostro paese, ma da uno – e qui è davvero solo- che sostiene la riforma Fornero…
Di lui ha scritto malissimo Krugman (Nobel per l’economia 2008, ndr) sul New York Times quando il “nostro” era all’OCSE: “Certe volte gli economisti che ricoprono incarichi ufficiali danno cattivi consigli; altre volte danno consigli ancor peggiori; altre volte ancora lavorano all’Ocse”. Viene da pensare che Padoan abbia accettato l’incarico di Ministro del governo Renzi per riscattare se stesso, o forse perché nessun altro volesse farlo.