Nomine UE – 4: L’autogoal della Lega
Non è la prima volta che scriviamo sulla incredibile incongruenza e contraddittorietà della Lega di Salvini in merito all’Europa. Un ministro dell’interno che fonda tutta la sua propaganda politica (e riesce ad aver successo) sul tema dell’immigrazione a forza di proclami e decreti al limite della costituzionalità; fa rimediare all’Italia tutta non poche brutte figure a livello internazionale attraverso violazioni dei diritti umani, del codice della navigazione e dei principi costituzionali. Poi manca sistematicamente alle riunioni con i suoi omologhi europei che si confrontano per una soluzione del problema che è sì europeo ma per evidenti ragioni geografiche è prima di tutto italiano. Curioso no?
Forse i nostri media non sottolineano abbastanza la macroscopica incongruenza, tanto sono presi quotidianamente ad enfatizzare ogni “sparata mediatica “ di questo presunto leader.
Forse il fatto che il suo partito sia stato riconosciuto “ladro” per ben 49 milioni di euro dei contribuenti ed abbia beneficiato di una concessione di rientro in 90 anni, a giudizio del nostro sistema mediatico è poco importante.
Per noi invece lo è eccome: vorremmo sapere quale legge abbia potuto applicare il giudice, nel concedere un tempo di rientro del debito così lungo. Pensiamo che siano in molti in Italia d essere interessati ad usufruirne ma nulla; neanche più una sola parola.
Così si lascia credere al Paese, al buio di informazione, che Salvini abbia idee chiarissime sull’Europa e sappia il fatto suo. Sono in molti fra i suoi elettori a credere che sarà lui a “cantarle chiare” a Bruxelles, come se le boutade sul sovranismo da comizio di provincia (magari dal balcone) potessero in qualche modo preoccupare gli altri 27 Paesi d’oltralpe e questi si facessero piccoli piccoli all’arrivo di Capitan Spaventa.
E intanto l’Italia continua a perdere credibilità e sopratutto peso politico in una Europa nella quale, ancora per poco e a dispetto di Salvini siamo il terzo Paese per importanza economica e politica.
Che le minacce di una procedura di infrazione per il deficit fossero un gioco delle parti strumentale alle nomine se ne erano accorti anche i bambini. Che l’IVA non sarebbe aumentata stava scritto anche sui muri, che lo spread sia sceso al minimo storico, lo si dice solo nei titoli di coda e non si sentono più cornacchie sinistrorse a minacciare i mutui delle famiglie italiane.
Ma tutto questo non basta. Invece di enfatizzare il successo ottenuto, seppur al prezzo di una modesta correzione, resa possibile dalle economie realizzate e senza troppi scossoni per le tanto minacciate famiglie italiane, Salvini si preoccupa di dire la sua sulle nomine europee e cade nella trappola (cioè fa cadere noi tutti) con una dabbenaggine appropriata e coerente con la sua becera ed inconsistente politica europea.
Si oppone alla nomina di Timmermans (il candidato olandese ndr) offrendo così il supporto necessario (da soli non ce l’avrebbero fatta) ai Paesi di Visegrad. Quei “furbetti” dell’Europa che fin troppo hanno beneficiato e speculato sulla debolezza del sistema democratico della UE. Quegli arroganti nazionalisti capeggiati dal dittatore razzista Orban che usa i fondi europei (le nostre tasse) per finanziare opere inneggianti alla sua magnificenza; quello che mette i fili spinati e rifiuta la ridistribuzione dei profughi ma incassa soldi a palate dei nostri fondi. Quelli lì che si sono fatti una Europa fai da te a danno di tutto il resto della comunità ed in barba ai suoi valori.
Già perché Timmermans lo aveva detto chiaramente che la sua via sarebbe stata quella delle riforme strutturali della UE che tutti invocano ma nessuno vuole mai iniziare. Una riforma più moderna ma anche una vigorosa correzione delle aberrazioni che hanno portato appunto ad una Visegrad.
Niet! Sul modello del tiranno russo (ogni riferimento non è affatto casuale), Salvini ha posto il veto. Nessun nemico del suo “adorato” Orban. E così si è aperta la strada ad una presidenza tedesca!
Ma come? Non era la Merkel il nostro nemico? Non erano le politiche del rigore tedesco la nostra più grande limitazione? Non era la Germania a soffocare l’Italia per i propri interessi? Da uno che va sfanfaronando queste cose in ogni dove dal lunedì al venerdì, ti aspetteresti che abbracci qualsiasi candidato possibile, purché non sia tedesco. Tantomeno se poi è una fidatissima dell’odiata Merkel. E invece è bastato paventare l’opportunità di un anti-Visegrad ed ecco che siamo diventati filo ungheresi a nostra insaputa. E così avanti Ursula von der Leyen. Una carica che fa molto discutere non tanto per le oscure vicende nelle quali è coinvolta in Germania ma proprio per il fatto che il probabile nuovo Presidente del Consiglio Europeo potrebbe essere “ostaggio politico” della Germania. Una situazione davvero poco piacevole, grazie Salvini!
E adesso?
Non è ancora detta l’ultima parola, si voterà domani 16 luglio e la strada per la von der Leyen non è così semplice. Ci sono delle alternative sulle quali sarà forse possibile trovare un compromesso. C’è ad esempio la spagnola Iraxte Garcia Perez, la quale però ha messo fra i primi punti della sua proposta l’attenzione ai temi ambientali. Importante no? Un tema alquanto sentito anche in Italia, no? Ma anche qui niente da fare. Ai Visegrad non piace e dunque non piace neanche a Salvini. Insomma la nostra politica europea la detta Orban, avete capito?
E allora perché avete votato il più assenteista degli europarlamentari ed il più assenteista degli euroministri, uno che di Europa se ne occupa quanto me di lotta Sumo?