Airbnb: l’economia della fiducia
Airbnb è una piattaforma, nata nel 2007 in California, che consente di affittare appartamenti direttamente da privati. Nasce come piccola start up: degli studenti hanno semplicemente messo in affitto su internet una camera vuota che avevano nel loro appartamento riscuotendo un discreto successo. Oggi, Airbnb è un gigante del business turistico da 30 milioni di dollari: nel 2010 le persone che hanno affittato una stanza o un appartamento su Airbnb sono state 47mila, oggi sono arrivate a 18 milioni, quasi come la popolazione della Svezia, o della Grecia o della Svizzera. Un numero formidabile che nessuna catena alberghieria vanta di avere.
Il fenomeno Airbnb è mondiale e coinvolge imponentemente l’Italia, terzo paese al mondo per ampiezza di mercato, dietro solo agli Stati Uniti e alla Francia, con 190 mila spazi presenti sulla piattaforma. Airbnb sta rivoluzionando il modo di viaggiare in tutto il mondo cambiano anche la fisionomia delle grandi città. E’ a tutti gli effetti una nuova forma di turismo che consente ai cittadini di ampliare il proprio reddito, di ampliare il numero di turisti incrementando quindi l’economia di ogni Paese. Il suo successo lo deve certamente alla comodità : affittando un appartamento si può arrivare a far alloggiare un grande numero di persone, si può cucinare in casa, e vivere senza orari. E questo permette a tutti di viaggiare, soprattutto ai più giovani, che dividendo il costo dell’appartamento possono permettersi una vacanza; una soluzione molto comoda per una vacanza tra amici, rimanendo tutti nella stessa casa.
La flessibilità, in ogni forma, è certamente il successo di Airbnb, insieme alla libertà. Libertà di non avere vincoli sul prezzo, non avere vincoli sul numero di notti da affittare, libertà nelle condizioni e nelle caratteristiche. Come per Uber, l’utilizzo della piattaforma è molto semplice, accessibile a tutti grazie al metodo dei filtri, grazie ai quali si trova un alloggio soddisfacendo le proprie esigenze. Inoltre grazie al rating, le informazioni sono vere, le foto sono reali, un sistema che definisce e mette in rilievo il valore.
Il fenomeno Airnbnb è importante anche per un fatto sociale. Mettere su internet la propria casa o una stanza della propria abitazione fa sì che ci sia un rafforzamento della classe media, non sono più i ricchi a diventare sempre più ricchi ma un passo lo fanno anche i cittadini della middle class. Questo perché il valore non è più sul metro quadro ma sul proprio status, la propria reputazione in base alla qualità dell’alloggio. Basti pensare che in Italia il fenomeno è soprattutto giovanile e femminile: l’età media dei proprietari è di 42 anni e il 56 % sono donne.
Il popolo virtuale dei social, quindi, diventa un popolo reale, un popolo di persone che si fidano a lasciare la propria casa a sconosciuti, un popolo che cerca su internet un alloggio dove sentirsi a “casa propria”. Airbnb sta contribuendo all’ampliamento di un’economia non più incentrata sulle imprese ma sui singoli individui, un’economia della fiducia.