Euroballe, una gara fra talk show
La trasmissione di Paragone su la 7 è certamente una delle più accreditate fra il pubblico giovanile, vuoi per la sua capacità di essere “contro”, vuoi per la formula del ring al centro dell’arena, certamente anche a causa del desolante panorama offerto dalla concorrenza. Basta guardare Anno Uno, – simile il modello del cerchio di giovani che partecipano al dibattito- sembra più una via di mezzo fra Amici e il Grande Fratello, con il pubblico di giovani che fanno sfoggio di ignoranza e protagonismo in inconcludenti dibattiti con il premier – tre ore di trasmissione senza neanche un concetto, un record! – o con Salvini e la Kyenge che dibattono sul razzismo. Anche qui, le scemenze si sprecano. Almeno il buon Paragone sa gestire la platea, sia quella di studio che quella di casa, inserendo musica rock e “rotture” comiche e dando ritmo e brio anche a temi importanti. La Innocenzi invece, porta avanti uno stile di conduzione da saputella iper raccomandata, facendosi spesso sfuggire il controllo del pubblico ed offrendo di sé un’immagine a mezza via fra la De Filippi ed una delle “cameriere” (felice appellativo trovato da Sgarbi, ndr) di Renzi.
Anche in questi talk show che cercano di riportare il coinvolgimento dei giovani alla grande televisione, imperano la disinformazione e le utopie, ma non è colpa dei conduttori, alla fine volenterosi professionisti, bensì dei loro improbabili ospiti. Barnard che, a buona ragione, grida al Golpe da anni, ci racconta un sistema antidemocratico europeo che finisce con questa legislatura. Non sarebbe meglio parlare di come cambieranno le cose da fine maggio? Forse l’attenzione dei giovani verso l’Europa aumenterebbe, no? Ma la cosa peggiore di Barnard non sono le critiche, bensì le proposte. Le sue formule magiche, a suo dire supportate da un autorevole trust di professoroni di economia d’oltreoceano, risolverebbero prima di tutto il problema del debito. Come? Ma con un altro debito, che diamine! Borghi, ospite assiduo, non fa altro che raccontarci come senza euro staremmo meglio, sbandierando grafici degli anni ’80. Qualcuno prima o poi dovrà spiegargli che se un caffè in Italia costa un euro ed in Europa tre, pure se cambi moneta, sempre tre volte lo paghi! Poi, magari, svalutiamo pure. Così per fare il pieno all’auto, andiamo dal benzinaio con la carriola, come nella Repubblica di Weimar! Dall’altra parte la Kyenge ci ripete che “il problema è un altro” come una litania, poi ci dice che la scorta le serve per proteggerla dalle banane e che il suo paese, il Congo, ha dei problemi sì ma lei preferisce dare il suo contributo da qui, anzi meglio, da Bruxelles che è più lontano, non si sa mai. Salvini inventa una teoria secondo la quale un partito nazionalista ed uno separatista possono fare un gruppo parlamentare insieme ed essere credibili. Ma già, noi siamo il paese delle larghe intese: non era Renzi che all’indomani della vittoria alle primarie aveva dichiarato “Da adesso in poi o noi o loro!” riferendosi al centro destra? Alla fine il più credibile è Pravettoni!