Il candidato romanista
Frans Timmermans è un uomo senza ombre che ha dedicato la sua vita all’attività politica in favore di una sinistra europea illuminata e sinceramente progressista. La sua carriera nasce in diplomazia, è stato ambasciatore olandese a Mosca ma fiorisce nel confronto internazionale di alto livello. Sua in effetti è la responsabilità del diniego dell’Olanda a rinforzare l’intervento militare nel gruppo di azione a Uruzgan che costò, a detta di tutti gli osservatori, la caduta del governo olandese di allora. Convinto ecologista e femminista, è propugnatore di una Europa più equa e più attenta ai temi ambientali, sociali e di solidarietà internazionale. Sua ancora la proposta della carbon- tax per quei paesi che si attardano nell’utilizzo del carbone come risorsa energetica.
Per niente amato dal gruppo di Visegrad sia per la sua visione più democratica dell’Europa, propugnatrice di un rafforzamento della “svolta“ di Lisbona in senso democratico sia perché a favore di una politica comune dei diritti civii e nei confronti dell’emergenza umanitaria. Non stupisce dunque l’ostilità palese di Orban che gli è costata, purtroppo a causa dell’Italia, la preferenza della von der Lynden, tedesca merkeliana, alla Presidenza della Commissione cui era stato candidato dal PSE (la sinistra europea che conta) con larga maggioranza. Ai romanisti Timmermans sta particolarmente simpatico perché nei pochi anni di soggiorno a Roma si è innamorato della sua squadra di calcio e si sa, Roma ama che la ama!